Luico, i tappi di Zena dal 1855


Luico, i tappi di Zena dal 1855

Tra i negozi storici della Superba certo non può mancare questo, il tappaio Luico, una botteghetta che emerge orgogliosa tra le fastose vetrine di Salita Santa Caterina. E quando dico storico lo intendo nel vero senso della parola, come testimonia questa immagine che ritrae i suoi antichi proprietari.

Di recente sono stata a trovare il Signor Carlo Luico e la sua gentilissima moglie, che mi hanno accolto nel loro caratteristico negozio e mi hanno mostrato meraviglie delle quali ignoravo l’esistenza. Eh, le cose antiche, le tradizioni, qui si conservano tenacemente e caso mai non lo sapeste, circostanza improbabile per i genovesi, un cartello vi spiega quali siano le merci in vendita in questo negozio.

Ed eccolo il negozio, pieno zeppo di oggetti, di ricordi, di tesori e degli strumenti che appartengono a un’arte assai più complessa di quanto si possa immaginare.

Questa bottega è qui da generazioni, venne aperta nel 1855 ed annovera tra i suoi clienti niente meno che Giuseppe Garibaldi.
Garibaldi entrò e si accomodò su una sedia, poi fece i suoi acquisti.
Nel 1879 ricevettero una medaglia d’argento per i sugheri da loro prodotti e la storia che mi è stata raccontata è ricca di fascino e di meraviglia.
Un tempo i negozi erano due, l’altro, ormai chiuso, si trovava in Via del Campo.
I Luico producevano i dischetti per le conserve Arrigoni, prima della II Guerra Mondiale avevano una fabbrica, in Vico delle Fucine, dov’erano impiegate dieci ragazze..

Possedevano dei boschi a Finalmarina e da quegli alberi ricavavano il sughero.
Procedimento tutt’altro che semplice!
Il sughero si taglia ogni certo numero di anni, il Signor Luico mi ha spiegato che bisogna tagliare al massimo 1/3 o del tronco o della pianta.
Segue la stagionatura, di ben 14 mesi e poi la bollitura, che i Luico effettuavano in enormi caldaie di rame.
Il sughero va bloccato con delle catene, in modo che non venga a galla.
La bollitura, a quanto pare, serve per sterilizzare, per eliminare quei microrganismi che si trovano all’interno.
Se per caso il vostro vino sa di tappo, sappiate che la causa è un’errata bollitura, chi vi ha venduto il vino, quindi, non ha usato un tappo di qualità.

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